A partire dalla tripartizione proposta nell’ambito della risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 25 settembre 2015 si osserva l’emersione del concetto di sostenibilità sociale, all’interno della quale confluiscono varie dimensioni tra cui benessere, equità, coesione sociale e così via. Oltre a ciò, il progressivo affermarsi all’interno del dibattito pubblico del tema relativo allo sviluppo sostenibile – affiancato da un aumento della sensibilità diffuso e ai numerosi interventi normativi in materia, a livello internazionale – ha contribuito sensibilmente ad accrescere la consapevolezza degli attori economici e a spingere le imprese ad integrarne i paradigmi all’interno della gestione aziendale. Ma qual è, ad oggi, lo stato dell’arte? Cosa fanno le aziende in Italia, relativamente alla sostenibilità sociale? E come si approcciano alla questione? Proviamo a rispondere insieme a questi interrogativi dando un’occhiata agli ultimi dati raccolti dall’osservatorio Sodalitas sulla sostenibilità sociale d’impresa.
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La sostenibilità sociale aziendale: gli ultimi dati italiani
Combinando metodi qualitativi e quantitativi, con interviste dirette a 24 aziende partner e questionari online su un campione di 127 imprese rispondenti, l’ultimo report Sodalitas offre uno spaccato interessante di come gli attori economici si interfaccino al tema della sostenibilità sociale.
Ne emerge un diffuso riconoscimento dell’importanza di questa dimensione dello sviluppo sostenibile (88%) e una consistente crescita dell’attenzione nel corso degli ultimi 5 anni presi a riferimento, pari al 91% nel quinquennio 2018-2023. Le motivazioni dietro l’adozione di pratiche socialmente sostenibili da parte delle aziende sono molteplici: oltre alla spinta normativa che abbiamo già evidenziato, le imprese intervistate hanno valutato il miglioramento della reputazione aziendale come uno dei principali benefici. A seguire, fattori come l’attrattività per i giovani talenti, la competitività sul lungo termine e il miglioramento del clima interno sono stati identificati come cruciali per una gestione aziendale proattiva e orientata al futuro.
Tuttavia, nonostante la sostenibilità sociale sia riconosciuta come risorsa strategica rilevante da parte degli attori coinvolti nell’indagine, risulta sorprendente la valutazione circa l’insufficienza degli sforzi compiuti dalle aziende in questo ambito. Un 34% dei rispondenti, infatti, ritiene che le imprese operanti all’interno del tessuto economico italiano si impegnino poco o per nulla riguardo alle questioni sociali. Secondo le opinioni raccolte, ci sarebbe dunque una certa distonia tra l’importanza attribuita al secondo pilastro della sostenibilità e l’effettiva messa in campo di iniziative ad esso collegate.
Le pratiche socialmente sostenibili in azienda: quali sono le più diffuse
Per quanto riguarda gli specifici campi d’azione, le aziende coinvolte nell’indagine hanno segnalato la tendenza a coinvolgere con maggior frequenza cinque ambiti specifici che includono, nell’ordine:
- la qualità del lavoro all’interno dell’azienda;
- le misure di welfare;
- le politiche di diversità e inclusione;
- la tutela della parità di genere;
- la formazione.
Emerge chiaramente, dunque, come il focus principale delle azioni a impatto sociale messe in campo dalle imprese sia rivolto alla forza lavoro interna, abbracciando il concetto di “benessere a 360 gradi” (relazionale, economico, fisico, psicologico). Tale postura risulta coerente con l’attribuzione di maggior peso, nell’ambito delle strategie aziendali di sostenibilità sociale, alla categoria dei dipendenti, seguiti da consumatori, fornitori e comunità locali.
Comunità locali e impatto sociale delle aziende: alcune considerazioni
A proposito della rilevanza delle comunità locali nelle strategie di impatto sociale messe in campo dalle imprese, riteniamo opportuno fare qualche considerazione in più. Infatti, nonostante il 70% delle aziende coinvolte nell’indagine di Sodalitas le definisca come molto importanti nell’ambito della gestione di iniziative di sostenibilità sociale, solo la metà considera l’attuazione di misure a supporto della collettività come prioritarie. Questa discrepanza risulta ancor più singolare se si tiene conto del fatto che le imprese valutano il sostegno alle comunità locali come elemento strategico per la comunicazione sul fronte esterno, volta a segnalare la bontà del proprio operato a pubblici allargati. Ne emerge, quindi, una chiara necessità di investire in tal senso e mettere in atto strategie comunicative più efficaci a copertura delle azioni a impatto sociale in favore delle comunità locali, anche attraverso l’integrazione di nuove modalità di engagement.
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